Si possono utilizzare tante parole per descrivere questo lavoro ma le migliori ce le fornisce il titolo stesso. OBE è infatti l’acronimo di Out of Body Experience, ovvero “esperienza extracorporea” ed è proprio ciò che si ha durante l’ascolto. Si viene trascinati da un vortice infinito di suoni e simboli che portano la mente a viaggiare in luoghi lontani. La complicità tra MACE e i diversi artisti sono il vero punto di forza di questo lavoro.
Featuring & produzioni
All’interno del disco troviamo parte dell’élite del rap made in Italy. Da Noyz Narcos a Gué Pequeno, già ospiti nell’album Future Madness (2014) prodotto dall’allora collettivo Reset!, formato dallo stesso MACE insieme ad altri produttori meneghini, si passa ad alcuni esponenti più recenti: Rkomi, Madame, Side, Franco126, Ketama126, Carl Brave, Chiello FSK. Come se non bastasse, OBE vede la partecipazione di Gemitaiz, Psicologi, Colapesce, Rosa Chemical, Izi e la “vecchia guardia” come Jack The Smoker, Jake La Furia e Fritz Da Cat. Infine, non poteva certo mancare Venerus, vero e proprio braccio destro del producer milanese con cui ha condiviso molti lavori, partendo da Sindrome (2018) e passando per Love Anthem EP.1 (2019).
Come Sherlock Holmes e Watson, i due artisti si sono dedicati a un’indagine decisamente meticolosa ma, a differenza del detective di Baker Street, l’oggetto della ricerca non era un assassino, bensì suoni e melodie che potessero accompagnare le voci e i flow degli ospiti. Il risultato è un mix di generi, dall’ R&B al rap, passando per il soul che ci permette di apprezzare tutte le sfumature di un disco eterogeneo, audace e che dovrebbe essere posto a modello esemplare di cosa sia un concept album.
Tracklist
Descrivere tutte le tracce di questo disco è un compito che meriterebbe un articolo a parte, data la complessità musicale e artistica del lavoro di MACE. Come spesso accade nei lavori di un singolo produttore, la tracklist è piuttosto lunga. All’interno del disco, troviamo infatti 17 tracce che formano un’ora esatta di ascolto. Il primo singolo estratto è La canzone nostra che vede la partecipazione di Salmo e Blanco. Ad oggi, la traccia è già storia: disco d’oro, ottava posizione nella 50 Viral Globale di Spotify, nonché canzone più passata in radio.
Il disco invece si apre con la collaborazione di Venerus e Gué Pequeno in Colpa Tua, dove la voce melodica del primo accoglie a braccia aperte il flow del Guercio. Buonanotte riunisce la scena romana, formata da Noyz, Side e Franco126 in un alternarsi di stili e contenuti. Rkomi mostra le sue molteplici sfaccettature in Non vivo più sulla terra, sempre con Venerus e Acqua, dove duetta con la sempre fantastica Madame. MACE ha poi coinvolto il suo amico Gemitaiz in due lavori in cui il rapper di Serpentara è stato ben felice di mettersi a nudo e interpretare due versioni di se stesso in Candyman e Dal tramonto all’alba.
Se con Dio non è sordo di Jack The Smoker, Jake La Furia e Izi, il rap torna protagonista, l’esperimento che a mio parere merita maggior attenzione è quello di Ragazzi della nebbia. Il connubio tra Irama e FSK è tutt’altro che scontato e a prima vista sembrerebbe quasi un azzardo. Soltanto quando la traccia finisce, si comprende l’intenzione e la bravura di un producer come MACE di unire mondi diversi con un’idea di musica che trova l’approvazione di tutti gli ospiti.
MACE come Siddharta
Spesso le diverse facce dell’arte finiscono per somigliarsi. Il viaggio intrapreso da MACE va allora ad avvicinarsi a quello di Siddharta, giovane protagonista del capolavoro firmato Hermann Hesse. Entrambi sono infatti alla ricerca di una propria felicità la quale però necessita di un lungo percorso che li vede incontrare diverse culture, popoli ed esperienze. OBE può dunque essere paragonato a un libro. La capacità di raccontare le influenze ricevute da MACE permettono al disco di scorrere come un romanzo d’autore in cui le diverse tracce si amalgamano, formando una storia unica. Il grado di fusione è tale da rendere impossibile la scissione tra le produzioni e i rapper chiamati a scriverci sopra. Al contrario di altri lavori, in OBE non si è in grado di capire chi si è adattato a cosa e viceversa. Tutto sembra così naturale.