Dopo due anni dall’ultimo disco, Marracash torna al centro della scena con Noi, loro, gli altri. Con Persona, il rapper di Barona ha voluto dare inizio a una nuova fase della sua carriera e, appunto, della sua persona. Tracce come Crudelia, Bravi a cadere o Quelli che non pensano hanno dipinto un ritratto introspettivo e profondo della società odierna, costellata di distrazioni, di un “rumore di fondo” che lascia in eredità molti più dubbi che certezze.
NLGA è un’analisi ancora più intima dell’essere umano, sempre più indeciso tra essenza e apparenza.
Il nuovo modernismo di Marracash
Se in Persona Marracash torna ad essere semplicemente Fabio, nel nuovo album cade anche l’ultimo tassello per addentrarci in riflessioni e pensieri che non possono essere riconducibili a un singolo individuo. L’armatura si rompe, il personaggio si perde e la maschera vola via per lasciare l’uomo spoglio, a tu per tu con se stesso. E quando non si ha altra scelta che affrontare la propria natura, siamo costretti ad abbandonare la nostra comfort zone per avventurarci in qualcosa che a noi risulta ignoto.
Noi, loro, gli altri scandaglia magistralmente ogni anfratto dell’animo umano. Vengono sgretolati quei tabù che fino a qualche tempo fa sembravano intoccabili: il machismo tossico, il femminismo di facciata o quella street credibility costruita a tavolino. Come nel modernismo, tutto crolla nella ricerca di una verità che non può essere valida universalmente e che, proprio per questo, necessita di un viaggio solitario. Non a caso, all’interno dell’opera, troviamo anche una citazione de “La coscienza di Zeno”, capolavoro indiscusso di Italo Svevo.
Marracash ci libera dalla paura di sentirci fragili e ci invita ad affrontare le nostre insicurezze. E se al termine di tutto ciò rimanessero soltanto i dubbi, forse la risposta si trova proprio nell’accettare la mancanza di risposte.
Il disco
Il viaggio condotto da Marracash è composta da 14 tracce, per un totale di 42 minuti di ascolto. La strada indicata dal protagonista, viene arricchita da un panorama disegnato dalla mano fine e sapiente di Marz. Il produttore milanese si supera e ci regala un accompagnamento perfetto per l’immersione totale nelle liriche di Marra. Testo e base si muovo all’unisono e nessuna delle due sovrasta l’altra.
Il disco racchiude tematiche intime, come in Noi, Dubbi o Io, alternate a barre più dirette ed esplicite, come quelle contenute in Pagliaccio e Cosplayer. A fare compagnia all’autore, troviamo i soliti nomi altisonanti: Guè, Blanco, Calcutta, oltre alle partecipazioni di Elodie e Fabri Fibra.
Rispetto ai lavori precedenti, troviamo una maggiore componente melodica, già accennata in Persona. La rabbia con la quale abbiamo conosciuto il fenomeno del rap italiano viene rimpiazzata ora da una calma che ha il sapore di consapevolezza. L’impressione è quella di non dover più urlare per trasmettere un messaggio.
Per l’ennesima volta, Marracash ci ha consegnato un dono universale che prescinde dal genere e dal tempo.