Il 26 marzo 2021 è una data che sarà ricordata per molto tempo dagli appassionati del rap. Ad appena una settimana dalla pubblicazione di Madame, disco omonimo della cantante vicentina, ecco che arrivano altri due colossi del rap game: Massimo Pericolo e Nerone. Per entrambi non si tratta di un disco come un altro. Se per il primo si tratta del secondo album (notoriamente il più complicato), per Nerone è arrivato il momento di liberarsi definitivamente dall’etichetta di “rapper più sottovalutato d’Italia”.
Non è infatti un segreto che Max meriterebbe sicuramente più di ciò che ha ottenuto finora. Dal freestyle alla composizione, Nerone sembra essere privo di lacune. Il suo è un rap che ti arriva dritto in faccia, senza giri di parole o inutili sottintesi. La voce è graffiante e ruvida come i temi che affronta. D’altronde, la sua carriera parla chiaro, mostrando la gavetta e la crescita ottenuta nel corso degli anni. Negli ultimi tempi, è difficile trovare un rapper classe ’91 con alle spalle una discografia così proficua che mette in luce la passione per questo genere.
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Maxtape: tracklist e featuring
Prima della portata principale, Nerone ha voluto deliziarci con l’uscita di alcuni singoli. Tra questi, troviamo alcune gemme come Bataclan ft. Fabri Fibra, in cui la coppia sembra sposarsi alla perfezione con punch line e barre da capogiro. Dopo la pubblicazione del video di Oh Yes! (freestyle), arrivano Radici ft. Clementino e, soprattutto, Un sec che vede la partecipazione di Nitro e Gemitaiz, la triade perfetta per sputare rime a raffica.
L’album si apre con Vivo (Intro) dove l’artista cavalca perfettamente il suo cavallo di battaglia: puro e semplice rap; il ritornello aggiunge quella nota cantata che non stona affatto con il resto della canzone. Passando per Ben fatto, si arriva al featuring con Emis Killa e Jake la Furia in Madunina. Il tridente meneghino rende onore a una delle città più importanti nel panorama della musica urban italiana. Party boys ci porta nelle serate a base di vita notturna, alcol e divertimento con gli amici, temi che ritroviamo anche in Madafacca ft. Gianni Bismark e Axos. Dai club si passa alle riflessioni più serie di Savage ft. Highsnob, in cui i due artisti si rapportano con malinconia ad amicizie ormai perdute.
Il sorriso torna subito sulle labbra di chi ascolta grazie a Posso, dove Nerone ha il merito di riportare un grande Danti davanti al mic. Mai banale, quest’ultimo affronta con leggerezza i strani criteri con cui una canzone riceve dei riconoscimenti a discapito di altre tracce certamente più meritevoli.
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Tra le altre qualità, sono sicuramente degni di nota i featuring con alcuni mostri sacri del passato. In Nei casi ci vado io, Tormento dispensa chili di stile e trascina Nerone in un ritmo più lento e melodico. J-Ax torna invece a farci sognare grazie a East Side, dove rivive i tempi in cui il rap era musica per pochi e ascoltata perlopiù nei centri sociali.
Il viaggio di Nerone tra Milano e gli anni ’90
Ascoltando i lavori di Nerone si viene catapultati nella vita frenetica e controversa di Milano. I riferimenti alla sua città natale sono onnipresenti e volti a raccontare gli spaccati di vita quotidiana nelle zone più periferiche del capoluogo lombardo. Da Rogoredo a Corvetto, la “Zona 4” è il teatro preferito del rapper classe ’91, arricchito da elementi distintivi come la nebbia, il derby, il traffico di droga e la presenza incombente dell’asfalto. Nelle parole di Max si carpisce la doppia faccia di una metropoli che può farti diventare ricco ma che allo stesso modo può isolarti e distruggerti. Come un moderno Carlo Porta, Nerone si fa portavoce della città che non dorme mai.
Milano è paradiso e cimitero di affaristi, fossa e trampolino per gli artisti
Il viaggio condotto dall’artista non si limita alla sfera geografica ma finisce per sfociare in un’altra dimensione temporale. Si tratta dell’Italia degli anni ’90, fatta di piazze, comitive e campioni di altri tempi. Le citazioni all’interno di Maxtape ci riportano a un’era più semplice e spensierata, dove bastava poco per essere felici ma anche per passare una notte in cella. Dalle giocate del “matador” Salas alle infinite cavalcate di Mark Lenders, gli anni novanta vengono riproposti con un pizzico di malinconia. In questo album, si torna indietro grazie a nomi come Brandon Lee o a tracce come Old Boy, storie di un “giovane vecchio”.