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Massimo Pericolo e “Solo Tutto”, bipolarismo drill tra rabbia e successo

31 Marzo 2021
in Recensione
Massimo Pericolo
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“Sai che faccio il duro perché voglio durare”, lo scrive Massimo Pericolo nella canzone “G” e noi dobbiamo credergli. Perché è uscito il suo secondo album e non era semplice riconfermarsi dopo il successo di “Scialla Semper”, ma soprattutto perché era complicato rimanere credibile dopo che la sua carriera, assieme alla sua vita, ha cambiato traiettoria. “Solo Tutto” prova a mostrare entrambi i lati artistici del rapper di Gallarate, l’immediatezza violenta delle sue rime insieme all’attenzione per lo storytelling, al racconto di situazioni problematiche in piccole realtà. La storia sua e di persone come lui.

In più in quest’album c’è la consapevolezza di avercela fatta, di essersi lasciato alle spalle una parte difficile della propria vita che però non viene cancellata. Non può. Massimo non vuole tradire sé stesso ma neanche rimanere troppo simile a ciò che ha già fatto, ancorato al passato senza proiettarsi verso le novità. Un intento quasi bipolare che però riesce per larghi tratti del disco, senza dubbio riuscito. Nonostante qualche passaggio sotto tono, in “Solo Tutto” il classe ’92 dimostra di avere ancora tanto da dire e di migliorare costantemente i modi che ha di esprimersi.

Massimo Pericolo

L’ALBUM

“Non sopporto questi padri amareggiati e tristi, senza virtù si fanno figli con i vizi”, una delle frasi più belle del disco è contenuta in “Bugie”, che insieme a “Fumo” e “Airforce” rappresenta il più alto dell’album per quanto riguarda il conscious e lo storytelling. In particolare quest’ultima sa emozionare sia per le parole scelte da Massimo Pericolo che per il ritornello cantato da Madame, sapientemente accompagnato dalla base di Crookers (che produce l’intero album). Dopo le gratificazioni ottenute a Sanremo la cantante conferma il suo talento anche con questa collaborazione, destinata ad affermarsi come uno dei maggiori successi di “Solo Tutto”.

L’altro featuring che spicca è quello di Salmo nella traccia “Cazzo Culo”. Con il suo classico stile tecnico e aggressivo il rapper sardo cavalca la base con sapienza, ma anche Massimo non sfigura aggiungendo ancor più aggressività al brano. Anche “Casa nuova” (feat Venerus), “Debiti” e “Brebbia 2012” sono canzoni crude, ma più per quanto riguarda il significato che il sound. Nonostante i suoni di alcuni brani siano più soft l’emotività e il dolore emergono sempre, come un fiume che scorre lungo l’intero disco. Lo sfondo delle storie narrate è una realtà urbana spietata, dove ragazzi sbagliano e pagano duramente i loro errori. Dove l’amore, il sesso, lo spaccio, la galera sono terreni di scontro per l’artista e i demoni interiori che deve combattere. Storie reali, che per questo suonano come vere e autentiche.

Forse è “Sai solo scopare!” il pezzo meno riuscito del progetto, dove l’eccessivo uso dell’autotune finisce col rendere meno efficaci le parole di Massimo. In generale l’artista si fa preferire in momenti drill come “G”, che ricorda molto le melodie di Tedua ma rimane una delle canzoni più accattivanti tra le 15 proposte. In definitiva “Solo Tutto” regge il confronto con l’album d’esordio che lo ha preceduto, mostrando un Massimo Pericolo sempre più voglioso di costruire un proprio marchio di fabbrica. Continua a mettere al centro la realtà, dato che il suo essere vero lo ha portato fino a qui. Una strada che non vuole abbandonare, quella che può condurlo ancora più in alto. Di seguito puoi ascoltare l’album per intero su Spotify.

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