Abbiamo avuto l’opportunità di ricevere una testimonianza diretta dell’intervista tra Dikele e Fedez. Qui di seguito troverete le parole di chi ci ha assistito all’evento, che ha però preferito mantenere l’anonimato.
Sono stata molto sorpresa quando ho saputo che Esse Magazine aveva deciso di intervistare Fedez; mi sono detta però, che forse stesse provando a fare finalmente della buona comunicazione e uscire dal recinto di artisti a loro molto vicini.
Era l’occasione per assistere ad un confronto costruttivo che potesse finalmente dar vita a qualcosa di interessante che mi sarei potuta portare a casa.
“Oggi è il giorno in cui Fedez dopo anni è tornato a parlare al pubblico del rap italiano”.
Recitava il volantino distribuito all’ingresso; ero veramente pronta a ricredermi su Dikele e sono andata a teatro con tutte le intenzioni per farlo. Quando si sono accese le luci dei riflettori però è parso chiaro fin da subito che l’intento dell’intervistatore era mettere in difficoltà il suo ospite. Ancora una volta, l’imparzialità non sarebbe stata di casa.

I retroscena dell’intervista a Fedez
Nonostante fossi cosciente del fatto che ci sarebbe stato un botta e risposta tra i due, quello che ne è uscito fuori è andato oltre ogni aspettativa. L’atteggiamento e la maleducazione con cui sono state poste le domande e l’automatica difensiva di Fedez che rispondeva stizzito, hanno contribuito a catapultare il pubblico in un’atmosfera di tensione palpabile.
Fedez ha cercato comunque di rispondere a tutte le domande, per esempio raccontando del motivo che lo ha portato a lasciare Tanta Roba. Racconta di un torto subito da Caneda, a cui non fu permesso di cantare “Il ragazzo d’oro” durante un live del tour di Guè. Tutto questo malgrado si fosse comportato onestamente evitando una rissa tra i fondatori dell’etichetta e altre persone che chiedevano di loro per sistemare dei conti in sospeso. Tutto ciò fu motivo di risentimento per Fedez che aveva ritenuto ingiusta quella punizione.
Si è parlato poi del legame tra marketing e musica e di quanto per Fedez abbiano pari dignità. Hanno affrontato l’argomento del suo ruolo imprenditoriale e della chiusura del rapporto con J-Ax. Non si è tirato indietro nemmeno di fronte alle domande riguardanti le insicurezze legate alla sfera amicale (anche a causa delle numerose delusioni ricevute) e quelle che interessavano il suo ruolo come artista.
Durante l’intervista, c’è stato spazio anche per uno scontro a proposito della collaborazione di Fedez con Dargen in “Disumano”, ritenuto da Dikele un segnale del fatto che Fedez non sappia più scriversi i testi da solo. A questa provocazione Fedez ha risposto di aver palesato fin da subito il suo sodalizio con Dargen, in quanto era il direttore artistico del suo nuovo album. Semplicemente a differenza di altri non lo aveva nascosto. Insomma, avremmo potuto ascoltare per una volta anche la campana di Fedez che avrebbe avuto lo spazio per raccontare la sua versione dei fatti; cosa che non si può racchiudere in una Instagram story, ma l’atteggiamento di Dikele ha rovinato tutto.
Un’occasione sprecata
Sono uscita dal teatro amareggiata, chiedendomi se fosse questo il racconto che il rap si meritava. Se Dikele non avesse in mano troppo potere e un evidente conflitto di interessi tra il suo ruolo manageriale e il magazine. Gli elogi ad artisti come Marracash e Guè sono più che giusti, così come quando si muovono critiche costruttive nei confronti di un artista. Il tutto però si deve fare con un minimo di oggettività e non per partito preso.