Sono giovani, ambiziosi e vengono tutti dalla stessa zona: sono i rapper di San Siro. L’hinterland milanese ha da sempre il merito di far incontrare persone diverse con culture diverse. E così, la zona 7 funge da punto d’incontro per ragazzi che provengono da paesi distanti ma che hanno in comune un storia da raccontare. I loro percorsi sono costellati di (dis)avventure, di difficoltà ma finiscono per confluire in una passione che li accomuna: la musica.
I rapper di San Siro
Tra i volti più noti del collettivo, troviamo sicuramente Rondodasosa, diciannovenne che ha già all’attivo featuring con Lazza e Capo Plaza. Salito alla ribalta con Free Samy, Rondo ha poi raccolto milioni di views grazie a Face to face e Louboutin, in collaborazione con Vale Pain. Di origini peruviane, quest’ultimo è il più giovane del gruppo. Le sue sonorità gli hanno permesso di duettare con sua maestà Gué Pequeno nel progetto Bloody Vinil 3, targato Machete.

Negli ultimi mesi, il nome di Neima Ezza sta circolando nel panorama rap. Nato in Marocco, ma cresciuto a Milano, il rapper classe ’02 ha attirato le attenzioni di Big Fish, il quale lo ha voluto nel suo roster Yalla Movement. L’ex Sottotono si è incaricato anche delle produzione di Perif, primo EP di Neima. Accanto a lui, troviamo il nome di Sacky, milanese di nascita ma con origini marocchine ed egiziane. Dopo un percorso che lo ha visto trascorrere più di qualche notte in cella, Samy, suo vero nome, si dedica alla musica rap. I primi riscontri arrivano con il singolo Assiste, il quale vede la collaborazione di Kilimoney, e con Bimbi Soldato ft. Baby Gang, con il quale condivide le stesse radici culturali e linguistiche. Infine, troviamo Keta e il già citato Kilimoney. Se il primo è un esordiente nella scena rap nostrana, il secondo debutta già nel 2015 con Per la strada, prima di pubblicare, nel 2020, il suo EP FreeKilimoney.
RM4E: quando l’unione fa la forza
Se fossimo nei primi anni duemila, la presenza di un collettivo così unito e folto non farebbe notizia. Parlarne oggi però è tutta un’altra cosa. L’Italia non è certo nuova a gruppi di questo genere eppure, questa tendenza è andata via via scomparendo. Dai video della Dogo Gang alle posse track dei Truceklan, il tempo sembra essere volato e l’idea di collettivo sembra essere passata di moda. Quando usiamo questa parola, non stiamo semplicemente parlando di un gruppo di ragazzi appassionati dello stesso tipo di musica. I rapper di San Siro, e la loro etichetta RM4E (Real Music 4 ever), hanno il merito di aver creato una coesione incredibile all’interno del roster. Gli artisti che ne fanno parte si aiutano a vicenda, collaborano e mostrano un’intesa difficilmente riscontrabile nel nostro paese. Le difficoltà vissute da ognuno negli anni passati sembrano svanire davanti alla forza del gruppo. La traccia Seven 7oo, e il suo video, ne sono l’esempio lampante.
In un’epoca quanto mai caratterizzata dall’isolamento individuale, la presenza di un collettivo è sempre una buona notizia. La Real Music è stata in grado di radunare una serie di ragazzi provenienti dalla stessa zona e con i stessi bisogni. La voglia di rivalsa è tanta, così come l’ambizione, che spesso però rischia di strabordare e trasformarsi in arroganza. Con un’età media di appena vent’anni, il collettivo potrebbe rappresentare uno dei punti di riferimento del suo genere per il futuro.