A poche ore dall’uscita del terzo capitolo, si torna a parlare di Keta Music, pietra miliare del rap italiano che porta la firma di Emis Killa. Un progetto che ha avuto il merito di aver fatto sconfinare da Milano le qualità del rapper classe ’89. L’anno era il 2009 e il rap non viveva di certo il periodo d’oro che vediamo oggi. Appena due anni prima, Killa si impose nel Tecniche Perfette, storico contest freestyle che ha partorito alcuni dei mostri sacri tutt’oggi tra i protagonisti del panorama italiano. Dopo la firma con Blocco Recordz, Emiliano diede vita al primo capitolo di una saga divenuta leggenda nel tempo: Keta Music I.
Cosa aspettarsi da Keta Music 3
Il mixtape ha da sempre un sapore particolare, del tutto diverso dai cosiddetti dischi ufficiali. Per quanto alcuni schemi, che erano alla base di tale scelta, sono caduti, la concezione generale che si crea attorno a progetti di questo tipo è la stessa: fare un album più spontaneo, di getto, registrando in quanti meno take possibili per dare ancora più spontaneità. Le basi americane sono ormai dolci ricordi, così come il famoso “free download” eppure il mixtape sembra rappresentare ancora il canale più diretto tra l’artista e i fan, specie quelli più fedeli.

In base a quanto appena detto, ciò dovrebbe essere valido anche per Emis Killa. Ma è veramente così? Neanche un anno fa, il rapper di Vimercate ha sfondato la porta del mercato musicale senza bussare, aiutato magistralmente dal sempreverde Jake La Furia. Il disco ha mostrato la parte cruda del nostro genere preferito. E allora, cosa dobbiamo aspettarci da Keta Music 3, dal momento che 17 risponde perfettamente alle esigenze per cui si decide di lavorare su un mixtape? La risposta potrebbe essere: un lavoro che segue le orme dell’ultimo. Ciò non vuole essere una critica ma un modo di ragionare sull’ultima fatica di Killa. In fondo, uno come lui, di cose da dire ne ha tante e di certo non manca il talento nel farle arrivare. Le punch line, così come gli incastri, potrebbero essere infiniti e noi abbiamo voglia di scoprire se questo è vero.
Il dilemma delle saghe
In Italia, negli anni, abbiamo assistito a una serie di saghe formate da mixtape. Il più longevo è forse QVC, firmato Gemitaiz e arrivato ormai al nono capitolo. Alle spalle, troviamo invece un’altra uscita recente, ovvero Fast Life 4, marchio di fabbrica di un eterno Gué. Per quanto i casi appena citati siano esenti da tale problematica, spesso si cade nell’errore di voler tirare troppo per le lunghe un progetto nato per essere breve. A rimetterci è ovviamente la qualità del lavoro e la credibilità del suo autore. Con Keta Music 3 abbiamo la sensazione di poterlo considerare già tra le eccezioni che confermano la regola. Possiamo presumerlo dallo stato di salute di Emis Killa e dalla sua infinita esperienza nel settore. Anche quando ha deciso di stringere l’occhio a qualcosa di più pop, il risultato è stato degno di nota. Il suo amore per questa musica lo ha portato a spingersi oltre i propri limiti, regalandoci perle di pregevole fattura. Stentiamo dunque a credere che dopo sei anni dall’ultima puntata, venga pubblicata un’opera che non sia degna della firma di Killa.
Ciò che sappiamo, ci piace
Soltanto due cose sono note al momento: la copertina e la tracklist. Partiamo dalla prima. Tigre al guinzaglio, vestiti larghi e siamo subito negli anni ’90. Il richiamo a un’icona di quegli anni come Mike Tyson è la ciliegina sulla torta. La foto rispecchia appieno quell’attitudine un po’ “zarra” di cui Emis Killa va piuttosto fiero. Passando ai featuring, le mani si sfregano al solo pensiero. Oltre ai già sperimentati Gemitaiz, Lazza, Jake la Furia e Massimo Pericolo troviamo novità come J Lord, Not Good e, soprattutto, Madame. La poliedricità del trentunenne potrebbe trovare un matrimonio felice con il talento di quest’ultima. Il rap può decisamente sentirsi al sicuro leggendo questi nomi.

Dietro le macchine, lo scenario è pressoché simile. Alla produzione troviamo infatti 2P, DJ Shocca, 2nd Roof e Mace. Curioso sarà poi ascoltare il lavoro di Lazza che per l’occasione ha deciso di vestire i panni da hitmaker. A proposito di ciò, non possiamo che sorridere quando leggiamo il nome di Andry the Hitmaker, possibile complice di un capolavoro. L’attesa è quasi finita e, comunque vada, ascoltare un disco con questi presupposti, non è mai una perdita di tempo.