J come Jay-Z, J come Michael… J come molti altri. Ma soprattutto J come Jacopo.
Ed è proprio J il titolo del nuovo mixtape di Lazza uscito il 17 luglio. Dopo quasi un anno dal suo Re Mida, e dopo svariate collaborazioni con gli altri colleghi del rap game, l’artista milanese si rivela essere uno dei più attivi della scena.
La data del nuovo progetto l’aveva annunciata, senza troppi giri di parole, nel suo 64 Bars di Red Bull – io sono tutto l’opposto di questi perché venerdì 17 mi porta fortuna, J.
La tracklist di J
Ecco allora dieci tracce piene di punchline, barre ad effetto, che rappresentano appieno l’essenza di un mixtape, visto come puro esercizio di stile. Numerosi sono anche i feat, ben nove. L’unica che fa eccezione è J, title-track e forse la traccia più conscious del progetto.
Nel complesso, quello che si nota è un lavoro caratterizzato da sonorità fresche, perfette per i club, nelle quali Lazza si districa con facilità ribadendo la sua forza tecnica. Dopo la intro J, si parte subito forte con ALYX (feat. Capo Plaza). A seguire, le linee melodiche originali di Tha Supreme la fanno da padrona in 2 TIRI. Fino ad arrivare a MONCLER, esempio magistrale di UK drill e omaggio al defunto rapper statunitense Pop Smoke. La strumentale, prodotta (non a caso) da AXL Beats, riesce a risaltare perfettamente anche i due feat della traccia: Pyrex e Guè Pequeno. I quattro pezzi successivi vedono le collaborazioni di Shiva, Rondodasosa (gran sorpresa), Tony Effe e Geolier. Menzione speciale invece per L’ERBA VOGLIO (GEORDIE) ft. Emis Killa che, con una bellissima citazione, riporta alla memoria il capolavoro di Fabrizio De André. Per concludere, l’ultima traccia è la freschissima LIMBO ft. Gemitaiz.
Le produzioni
Una cosa è certa: le produzioni sono tutte ben strutturate. Esse riescono ad accogliere ed esaltare l’attitudine di ogni singolo feat, andando a creare un ottimo connubio tra Lazza e i vari ospiti del progetto. Oltre alla mano dello stesso rapper milanese, nelle strumentali del mixtape troviamo le firme di Low Kidd, Drillionaire, Marvin Cruz, il già citato AXL Beats, Sick Luke (Luke Skywalker) e Andry The Hitmaker.

Tiriamo allora un po’ le somme. Il progetto funziona da ogni punto di vista. Le produzioni sono impeccabili e i featuring indubbiamente di gran spessore. I suoni puntano alle atmosfere dei club e le vibes che ne vengono fuori rimandano direttamente alla cultura urban oltreoceano. Nei testi abbondano barre ricercate, rime e incastri che solo Lazza forse è in grado di chiudere in quel modo. Almeno in Italia. I contenuti invece sono quelli di un mixtape: per di più autocelebrazione, condita con una sana ignoranza. D’altronde, nessuno si aspetterebbe troppe tematiche conscious per un progetto del genere. Quello che si nota però, è la presenza di riferimenti culturali spesso ripetitivi, grosso modo gli stessi di sempre. Le tracce cambiano, il mood anche, ma Lazza rimane saldamente nella sua zona di comfort. E non è un male, sia chiaro.
Per questo, è sicuramente un mixtape che non rivoluzionerà la discografia di Lazzino e nemmeno la scena nostrana. Dieci brani che suonano, ma non alzano l’asticella. Senza dubbio però, J è un’ennesima riconferma della grande capacità tecnica del rapper milanese. Un’attitudine straordinaria mai messa in discussione.