“Posso andare ancora più veloce, ma non è questo il mio obiettivo”. Se Alessandro Piludu – in arte Sensei – è conosciuto per la rapidità delle sue rime, adesso vuole mostrare altro di sé. Dopo l’esperienza televisiva a Tu sì que vales, il rapper sardo ha continuato ad esercitare la sua tecnica e ricercare un proprio stile musicale. Qualche mese fa il feat con Busta Rhymes, prossimamente il nuovo album. Tra passato, presente e futuro, Sensei si è raccontato ai nostri microfoni. Sempre col sorriso sulle labbra.
Cosa ha significato per te la collaborazione con Busta Rhymes?
“Tutto… Ho realizzato il sogno di quando ero ragazzino. Da bambino provavo ad imitare i miei rapper preferiti e uno di questi era lui, facevo ‘Look at me now’ e mi allenavo sull’extrabeat di quel brano, così ho iniziato a fare quel genere di rap. Questa possibilità mi si è presentata durante la quarantena, mi ha invitato Ossido master (rapper italiano che vive a Londra). Busta Rhymes era il mio idolo, non potevo rifiutare”.
Che rapporto hai con la velocità?
“Per me è un onore essere definito il rapper più veloce d’Italia, ma è solo una delle modalità che utilizzo quando rappo. Ci vuole tecnica, messaggi, musicalità e moltissimo allenamento. Io non andavo in discoteca con i miei amici per allenarmi sulla velocità, ho studiato logopedia e la fonetica. Posso essere ancor più veloce in realtà, ma vorrei far notare il mio talento nel complesso”.
Com’è Sensei in tv?
“Ho fatto già parecchia televisione, dopo Tu sì que vales sto facendo delle apparizioni in Rai. Mi piace vedermi come portavoce di tutti i ragazzi che vorrebbero andare in televisione. Lo faccio con leggerezza, per divertire e ovviamente portare la mia musica. Tutti soffriamo, siamo esseri umani e quindi abbiamo bisogno di un po’ di spensieratezza”.
Come ti vedi tra un anno?
“Su un palco enorme come icona di un nuovo genere. Tutto deriverà dal mio prossimo disco, dove presenterò un tipo di rap che in Italia non si è mai visto. Ci saranno collaborazioni importanti, italiane e non solo. La gente non se lo aspetta da me, ma rimarrà piacevolmente stupita. Avrà un suono molto mainstream, senza però abbandonare le mie radici. Sarà più musicale, in modo tale da poter essere ascoltato nelle discoteche. Ho firmato un contratto con Believe, un’etichetta internazionale, e l’album uscirà con loro”.
Il mercato musicale è in espansione ma saturo. Come si emerge?
“Gué Pequeno diceva che la moda passa, ma lo stile resta. Creare il proprio stile è la cosa più importante per un artista, essere riconoscibile è fondamentale. Quando mi dicono che lo sono – come ha fatto Fibra tempo fa – mi sento soddisfatto. Tra gli artisti che apprezzo di più c’è Sfera Ebbasta. Mi piace chi si è fatto da solo, è talentuosissimo ed ha grande musicalità. Anche questo è stile”.