Zero è una serie tv, uscita mercoledì 21 aprile, prodotta da Fabula Pictures e Red Joint Film per Netflix ispirata a “Non ho mai avuto la mia età”, romanzo di Antonio Dikele Distefano.
Trama
Zero è un ragazzo all’apparenza come molti altri con la sola eccezione di avere a sua disposizione un superpotere, l’invisibilità. Questo dono si rivelerà fondamentale all’interno della storia e lo aiuterà a stringere amicizie, trovare l’amore e sarà di grande aiuto per provare a salvare il suo quartiere. Il suo vero nome è Omar e per cercare di sbarcare il lunario alterna le sue giornate tra il lavoro di rider e la sua più grande passione: disegnare manga. Tutta la vicenda è ambientata a Milano alternando paesaggi di periferia, come quelli della Barona, a scorci del centro città come Garibaldi e Gae Aulenti.
La musica al centro
La vera novità che propone questa serie tv italiana non è tanto la trama e la storia che vuole raccontare, bensì l’utilizzo per la prima volta di canzoni rap, come colonne sonore, per accompagnare la narrazione e valorizzare sempre di più questo genere. Uno dei veri punti di forza della serie è appunto la musica che spazia attraverso diversi stili ritrovandosi però sempre all’interno del panorama urban: rap, trap e R&B.
Possiamo trovare Blun7 a Swishland di tha Supreme, Fuoco e Benzina di Emis Killa, Barrio di Mahmood, Voce di Madame fino ad arrivare a hit internazionali come Uproar di Lil Wayne o Don’t Judge Me di FKA Twigs, Headie One & Fred again. Inoltre, come era stato annunciato da tempo, è presente il secondo esplosivo 64 Bars di Marracash e un brano inedito di Guè Pequeno prodotto da Shablo.
Pregi e difetti
Attraverso le vicende della quotidianità vissuta dai protagonisti, lo spettatore ha la possibilità di riflettere sull’invisibilità sociale delle persone che vivono in periferia e sulle difficoltà dei ragazzi italiani di seconda generazione. All’interno di questa serie oltre ad emergere l’evidente disagio economico in cui sono costretti a vivere i protagonisti, spicca la voglia di riscatto e integrazione di Zero e il suo gruppo di amici.
Il racconto spazia attraverso diversi generi: fantascienza, thriller e dramma amoroso. Uno dei veri problemi della serie è rappresentato dalla sceneggiatura, a tratti scontata, che presenta snodi narrativi troppo sbrigativi e dialoghi spesso artefatti e prevedibili che lasciano talvolta un senso di confusione nello spettatore.
Insomma questa serie tv non sarà tra le migliori mai prodotte ma non rientra di certo tra le peggiori. Le otto puntate, che non hanno una durata proibitiva, meritano uno sguardo viste le tematiche importanti che vengono affrontate al suo interno.