La figura del beatmaker è particolare. In disparte, sempre dietro alla consolle a costruire tappeti musicali mentre il frontman si esibisce tra le grida del pubblico. Lui dà il ritmo e il cantante lo cavalca, in un sodalizio indissolubile. Però, soprattutto in questi tempi, l’immagine è tutto e a volte non apparire significa non esserci. E’ come l’attore secondario di un film di successo: la pellicola la conoscono tutti, ma spesso ci si ricorda solo dell’attore protagonista. Possiamo chiamarla la maledizione del deejay, la stessa che affligge Mace. Parliamo di uno dei produttori più longevi del panorama italiano, che negli ultimi 15 anni ha seguito l’evoluzione del mercato discografico arrivato solo oggi a considerare fortemente il rap. Simone Benussi, questo il suo nome all’anagrafe, ha iniziato a muoversi nel contesto musicale milanese negli anni ’90, realizzando beat per artisti della vecchia scuola come Bassi Maestro, Esa e tanti altri che agivano in quel periodo.
La carriera discografica la inizia nel 2003 con l’album L’Alba, distribuito da Vibrarecords e realizzato insieme al rapper Jack The Smoker in un progetto chiamato La Créme. Il suono del duo unisce groove incisivi con un suono soul/funk, con i testi di Jack che parlano di rabbia e voglia di riscatto. I due iniziano a suonare in tutta Italia, con qualche comparsa anche in Svizzera, fino ad aprire il live milanese di Ghostface Killah del Wu-Tang Clan al Rolling Stone di Milano. Da lì una serie di collaborazioni illustri, con artisti come Kaos One, Colle Der Fomento, Mondo Marcio, Clementino, DJ Enzo, Lord Bean, Vacca e Ghemon.
Back to Hip Hop
E’ stato Noyz Narcos a contribuire al ritorno di Mace alla produzione rap. La connessione tra i due inizia otto anni fa con la nascita di “Dope boys”, dopodiché spazio alle collaborazioni con Gemitaiz e Rocco Hunt in “Wake up”, brano presentato a Sanremo nel 2016. Divenuto una delle personalità di spicco della scena trap, il beatmaker ha lavorato anche con mostri sacri come Salmo, Ghali, Marracash e Fabri Fibra, per proseguire poi con IZI. Dell’artista ligure ha prodotto la prima super hit “Chic”, in collaborazione con dj Shablo, raggiungendo il disco di platino. Ma Mace continua a tenere lo sguardo vigile anche sul mercato pop e radiofonico, come testimonia la produzione di successi commerciali che hanno fatto ballare migliaia di persone: “Pamplona” di Fibra e i The Giornalisti, e “Nero Bali” di Elodie, Michele Bravi e Gué Pequeno.
Il successo in Africa
Mace ha girato il mondo per suonare in locali da Ibiza fino in Australia e Giappone, ma è in Africa che ha trovato una seconda casa. Dopo essersi trasferito a Johannesburg, ha firmato le produzioni di un brano tramutatosi rapidamente in hit nelle rotazioni radiofoniche sudafricane: “Umama” del rapper Sjava, che ha partecipato due anni fa al progetto Black Panther di Kendrick Lamar. Ma l’ultima sfida del deejay non è meno interessante, ossia quella di far convivere sonorità e immaginari totalmente diversi come quelli di Irama e degli Fsk Satellite. Il brano in questione, uscito lo scorso 13 novembre su tutte le piattaforme di streaming digitale, si chiama “Ragazzi della nebbia”. Gli ascolti stanno andando bene, il che testimonia la facilità conclamata di Mace nel trovare suoni accattivanti e particolari, in grado di unire pubblici diversi e tramutarli in grandi successi.