Siamo nel 1983. Stati Uniti. Precisamente il 9 dicembre. Dopo numerosi problemi di censure, a causa della violenza presente e del linguaggio utilizzato, finalmente esce in tutte le sale un film che diventerà un cult del genere gangster. Parliamo di Scarface, capolavoro diretto da Brian De Palma. Dalla data della sua uscita però, numerose leggende continuano ad aleggiare intorno ad essa e al suo cast.
In questo senso, torniamo nel 2020. È proprio Gué Pequeno che, ospite in MONCLER di Lazza, ne fa riemergere una bella grossa:
La mia vita è un movie gangsta (Movie)
Sono vero a raccontarla (Ah-ah)
Sai dicono che in Scarface (Cosa?) fosse vera la bamba
L’ex Club Dogo ci lascia con questo dubbio, anche se gli appassionati del genere (lui compreso) sanno già la risposta. La verità è che Al Pacino, nei panni del celebre Tony Montana, non ha sniffato vera cocaina, bensì del semplice latte in polvere. Quindi, discorso chiuso.

Quel che è sicuro invece è l’esistenza di un curioso legame che intercorre tra gangster movie e rap. E in Italia, questo aspetto è soprattutto evidente proprio nella discografia di Gué Pequeno.
Gué Pequeno: il Martin Scorsese del rap italiano
È chiaro che il Guercio ha una passione per il grande schermo. E la ricchezza di citazioni e riferimenti vari all’interno dei suoi pezzi ne è una valida dimostrazione. Lo stesso Mr. Fini, ultimo album del rapper, ha un taglio molto cinematografico. 17 brani che riescono a raccontare spaccati della sua vita in chiave gangster. Basta guardare la copertina del progetto per capire che l’atmosfera potrebbe essere la stessa di un film come Il Padrino. Pensiamo poi a Giacomo o Il Tipo, testi che sembrano sottratti ad una sceneggiatura di Scorsese. Senza dimenticare che il ritornello cantato da Rose Villain in Chico è una delle frasi più celebri di Scarface. Persino il video di questo brano è un vero e proprio gangster movie.

Un amore per il cinema, insomma, che Gué ha palesato fin da subito. E in tutto ciò, sicuramente ha influito il fatto che sua madre fosse proprio una giornalista del settore. Una vocazione poi, che non si è fermata a delle mere citazioni nella sua discografia. Si è concretizzata nel 2016, quando il rapper ha ricoperto il ruolo di co-produttore esecutivo nel film Parola di Dio, tanto apprezzato a Cannes.
Rap e gangster movie come facce di una stessa medaglia
Tutto sommato, il rapporto tra rap e gangster movie non è poi così strano. Anzi. Pensiamo alla figura del rapper di oggi e quella del classico protagonista dei film malavitosi. Entrambi partono dal basso, da umili origini, per poi cercare di scalare i vari ceti sociali e acquistare più fama possibile. Non a caso il rap è strada, protesta sociale. E come la mafia, nasce da un disagio, una mancanza istituzionale. Ecco che allora sembra trattarsi di due facce della stessa medaglia, due modi per raccontare lo stesso tipo di realtà o di vissuto. Un curioso legame che durerà per molto, molto tempo.