Venerdì 6 novembre Gemitaiz ha rilasciato “QVC9 – QUELLO CHE VI CONSIGLIO VOL. 9”, il nuovo attesissimo capitolo della saga di mixtape che ha reso celebre il rapper romano in tutta Italia. Già dal suo annuncio, il nono capitolo si differenziava dai suoi predecessori: infatti, per la prima volta, l’artista di Tanta Roba ha scelto di non utilizzare strumentali americane per la realizzazione del progetto. I fan hanno accolto la notizia nei modi più disparati: alcuni si sono rifiutati di considerare il capitolo come canonico all’interno della saga, altri non si sono posti il problema, altri ancora si sono chiesti quale sia effettivamente la differenza tra QVC9 e qualsiasi altro progetto rilasciato dall’artista, album o mixtape che fosse. Nel tentativo di rispondere a quest’ultima domanda, un’altra ne sorge spontanea: “Che cos’è un mixtape?”
MIXTAPE: L’ANIMA DEI BLOCK PARTY
I fan di Tedua li potrebbero chiamare “Party HH”, i block party erano degli eventi organizzati dai patriarchi del movimento Hip hop negli Stati Uniti nei primi anni ‘70, durante i quali…
“Dj suona i piatti, breacker muove i passi,
Writer sui palazzi mentre il rapper fa gli incastri”
In questi contesti, i mixtape, letteralmente “cassetta mista”, entrarono di prepotenza nella cultura della doppia H. La musica riprodotta durante questi eventi veniva registrata su alcune audiocassette, le quali cominciarono a girare fra i dj, che le riproducevano durante i party, accompagnando il tutto con gli immancabili scratch. Agli MC venne fornito un tappeto sonoro sopra il quale poter sfoggiare le proprie skills e, nel giro di pochi anni, venne completata la transizione dagli eventi dal vivo allo studio di registrazione. Lo scrittore Mickey Hess nel suo “Hip Hop in America” attribuisce al dj portoricano Disco Wiz la prima registrazione di un brano Hip hop.
I MIXTAPE IN ITALIA
La musica rap arrivò nel “Bel paese” negli anni ’80 e ben presto cominciarono a formarsi crew in tutta Italia. Queste erano composte dai rappresentanti delle 4 discipline e da giovani beatmaker, che si dilettavano nel tagliare ed assemblare campioni per creare nuove strumentali. In questo contesto, i mixtape assunsero una dimensione collettiva, presentandosi come delle raccolte di brani realizzati da membri della stessa crew, nei quali venivano utilizzate sia strumentali americane, sia beat inediti. Il termine mixtape comincia dunque a diventare ambiguo: un progetto come il celebre “Novecinquata” di Fritz da Cat è a tutti gli effetti il mixtape di un beatmaker che ha prodotto dei beat e ci ha fatto rappare sopra diversi MC, però è stato distribuito da un’etichetta indipendente e tutte le strumentali utilizzate erano inedite, caratteristiche che definiscono in un album in studio. In tutto ciò, il mercato discografico, salvo rari casi, si mostrò poco interessato a questo tipo di progetti, così, nel corso degli anni 2000, vennero pubblicati decine e decine di dischi non ufficiali, ma molto importanti per la crescita del movimento in Italia. Grazie ai mixtape, i rapper emergenti che non potevano permettersi delle strumentali inedite avevano comunque modo di mettersi alla prova, scaricando i beat dei loro rapper americani preferiti e pubblicando questi pezzi online. Nel 2009, per ricollegarci all’incipit, un giovane Gemitaiz pubblica “Quello che vi consiglio Mixtape”, dando il via alla storica saga.

I MIXTAPE AL GIORNO D’OGGI
Con la crescita del movimento e l’esplosione del genere è aumentato esponenzialmente il numero di aspiranti rapper e producer. Il “colpo di grazia” ai mixtape lo ha dato la digitalizzazione del mercato musicale: se voi foste dei rapper e aveste a disposizione un buon numero di beat inediti, perché dovreste utilizzare delle basi americane sulle quali non potete monetizzare quando potete registrare il vostro pezzo su una base inedita e guadagnare grazie agli streaming? La già sottile linea di separazione fra album e mixtape diventa ancora più sottile fino a scomparire. Ad oggi, il termine “mixtape” viene utilizzato, sia dai singoli artisti, sia dalle crew, per indicare dei progetti che discograficamente sono album a tutti gli effetti (motivo per il quale si trovano nelle classifiche ufficiali), ma che devono essere recepiti dal pubblico in modo diverso: magari come un progetto di transizione fra un album e l’atro (come Vita Vera Mixtape di Tedua), oppure come un semplice sfoggio di stile (come il pluricertificato Machete Mixtape 4).
Quindi, in conclusione, QVC 9 che cos’è? È un mixtape realizzato con strumentali inedite e, anche se diverso dai precedenti, entra a far parte della saga a pieno titolo.