“Il rap ha agevolato l’ascesa di Donald Trump”. Barack Obama è sempre stato un leader equilibrato, ma non per questo con troppi peli sulla lingua. In un’intervista rilasciata all’Atlantic nel giorno dell’uscita di “A Promised Land” – il suo nuovo libro biografico – l’ex presidente ha parlato dell’hip hop in relazione alla politica americana. Secondo lui la cultura del successo che i rapper trattano nei loro brani è la stessa propagandata da Trump. Come se il rap, genere sempre più rilevante nel panorama mondiale degli ultimi anni, abbia contribuito a cambiare la cultura popolare statunitense rendendola più ricettiva ai messaggi lanciati dal leader dei repubblicani.
Il ragionamento di Obama parte dalle ultime elezioni, seguitissime anche in Italia e caratterizzate dalla sfida tra il presidente uscente e Joe Biden. Un confronto che ha raggiunto momenti di bassezza a tratti imbarazzante, sia nei confronti dialettici tra i due che al momento del verdetto finale, quando Trump si è rifiutato di accettare i risultati minacciando brogli senza prove concrete. Lui che aveva negato l’emergenza Covid-19, nega anche i numeri dei voti a favore di Biden: negazionismo ad oltranza. Nonostante questo, “E’ aumentato il numero di afroamericani che hanno votato per Trump, e qualche rapper gli ha dato il suo appoggio”, sostiene Obama. Un dato ancor più singolare se si pensa alle risposte tiepide del miliardario alle richieste di giustizia avanzate dai neri negli Stati Uniti e all’ostilità del movimento Black Lives Matter.
Siamo quello che possediamo
“Dobbiamo ricordare che gli argomenti principali della musica rap sono i gioielli, le donne, i soldi. I parametri di successo usati in molti video rap sono gli stessi di Donald Trump. È tutto placcato in oro. È un’idea che finisce per insinuarsi e diffondersi nella cultura pop”. Il politico nato a Chicago, con ogni probabilità, si riferisce innanzitutto ad artisti come Lil Pump e Lil Wayne, che hanno manifestato il loro endorsement all’ormai presidente uscente degli Stati Uniti a pochi giorni dalle elezioni. Oltre ai due rapper campioni di vendite, è difficile non pensare a Kanye West, che durante la campagna presidenziale statunitense ha spesso fatto notizia per il sostegno a Trump, le dichiarazioni politiche contraddittorie e infine per la sua discussa candidatura.
“L’America ha sempre avuto un sistema di caste”, ha aggiunto Obama: “Parlo da un punto di vista economico, non razziale. Ma quand’ero ragazzo non era una cosa che ti sbattevano in faccia tutto il tempo. Poi inizi a vedere lo stile di vita di ricchi e famosi, e inizi ad avere la sensazione che o ce l’hai o sei un perdente. E Donald Trump incarna quel movimento culturale che ora è profondamente radicato nella cultura americana”. Più possiedi più hai significato e rilevanza, nella visione consumistica analizzata dall’ex presidente USA. Anche se nel suo ragionamento non mira a demonizzare l’hip hop, come evidenziato dalla playlist personale che ha mostrato in occasione della pubblicazione dell’autobiografia. La presenza di mostri sacri come Eminem e Jay Z rivela come il rap possa anche prescindere dalle tematiche sopracitate, e raccontare tante situazioni e storie quante sono le parole del mondo.