Lockdown, distanziamento sociale e Green Pass, da più di un anno a questa parte questi sono i passaggi che hanno segnato il nostro cammino verso il tentativo di uscita dalla pandemia. Sembra che tutto stia andando per il meglio, piano piano tutto sta tornando alla normalità: viaggi, lavoratori di nuovo in presenza e ristoranti pieni. Tutto bene se non si prende in considerazione il mondo della musica e dell’intrattenimento, come se questo settore già dimenticato da chi di competenza, fosse di minor importanza.
Lavoratori, artisti e aziende ormai, oltre a un danno psicologico per non poter svolgere la propria attività, stanno rischiando anche il collasso economico. Famiglie in bilico, senza stipendio da troppo tempo, con l’ansia di non saper cosa aspettarsi dal futuro, ora in bilico più che mai. I concerti organizzati nei mesi scorsi sono stati quasi tutti rimandati e hanno contribuito a creare un clima di sfiducia nei confronti degli organizzatori. La colpa non è la loro, ma di chi amministra questo Paese: gli spettatori comprano biglietti per concerti ai quali non sanno quando potranno assistere.
Politica sì, musica no
La questione degli eventi live è tornata alla ribalta e a far parlare di sé dopo le immagini girate in rete del comizio dell’ex Presidente del Consiglio Conte. Nelle foto pubblicate sui suoi profili social tutti hanno notato come a un evento di quel tipo si potesse presenziare in piedi, senza bisogno di mantenere alcuna distanza di sicurezza. I concerti, al contrario, avevano e hanno ancora oggi capienza ridotta e si è costretti a stare seduti, non potendo godere a pieno dell’esperienza live.

Quindi perché per esempio per il concerto di Salmo ad Olbia l’opinione pubblica e i giornali sono insorti mentre per un comizio politico no?
Forse perché Salmo appartiene a una categoria vista ancora come il male assoluto della società, il cattivo esempio per i ragazzi. Purtroppo ci sono cittadini di serie A e altri di serie B, questo è uno dei maggiori problemi del nostro Paese. Se non fosse stato per esponenti autorevoli del mondo della musica probabilmente nessuno avrebbe posto l’attenzione su quanto accaduto e tutto sarebbe passato in sordina.
Green Pass e ora?
Nelle scorse giornate uno storico manager del mondo urban, Alessandro Borgia, ha pubblicato tramite storie Instagram una proposta: un corteo in piazza duomo a Milano formato da fan e artisti, per dimostrare come la scena rap italiana possa dare esempio di unione e avere un obiettivo comune. Sì perché ora più che mai ci vuole coesione, lottare insieme affinché le grida disperate di aiuto da parte del mondo della musica possano essere finalmente ascoltate.

Il piano vaccinale in Italia ha fatto riscontrare ottimi numeri rispetto alla maggioranza dei paesi europei. Quindi non si capisce come negli altri stati con Green Pass e tampone negativo le persone abbiano partecipato a eventi live all’aperto senza distanziamento e senza un incremento dei contagi. In Italia per tutta l’estate la musica ha avuto un trattamento ben diverso e chi ha potuto assistere a un concerto sa bene delle restrizioni e delle difficoltà riscontrate.
Ora però si va verso la stagione invernale dove i locali per necessità dovranno fare concerti al chiuso. C’è urgente bisogno che le istituzioni prendano provvedimenti per far sì che non vengano messi a rischio tutti i tour musicali e gli eventi del mondo dello spettacolo dei prossimi mesi.