Ernia è stato uno dei protagonisti di questo 2020. Con il suo ultimo album “Gemelli”, Matteo Professione si è affermato all’interno del panorama urban ed è riuscito a ritagliarsi uno spazio anche nel mondo del pop grazie al successo di “Superclassico”. In questi mesi, il seguito dell’artista milanese è cresciuto enormemente, ma per la sua consacrazione mancava ancora un piccolo tassello: la chiamata di una leggenda. Capita spesso che un giovane rapper in ascesa chieda al proprio artista preferito un featuring per arricchire l’album o come piacere personale, ma la collaborazione viene percepita in maniera diversa se è l’artista più affermato a chiamare l’emergente. Questo non significa che chiunque venga chiamato da un big diventi automaticamente un top player, ma quello che è successo con Ernia e Guè Pequeno è molto diverso.
TANTA ROBA LABEL
Nel 2011, Ernia, Ghali, Maite il produttore Fonzi fondano il gruppo “Troupe D’Elite”. Nello stesso anno, DJ Harsh fonda l’etichetta indipendente “Tanta Roba” e sceglie Guè come uomo immagine e un giovane Fedez come artista di punta.
Per spingere la label, il Guercio si fa accompagnare da Fedez e Ghali durante il Ragazzo d’oro tour e comincia a consigliare ad Harsh diversi artisti da inserire nel suo roster. È così che i ragazzi della Troupe D’Elite firmano per Tanta Roba. Il gruppo comincia a pubblicare dei pezzi che vengono letteralmente massacrati da un pubblico ancora molto legato agli stilemi del rap classico. Vengono criticati per la mancanza di contenuti profondi e per un eccessivo scimmiottamento dei rapper americani nel modo di porsi e di rappare. La rabbia dei fan e della critica va contestualizzata: nel 2011 i rapper faticavano ancora a farsi prendere sul serio dal grande pubblico ed era esploso da poco il fenomeno del Lol rap, grazie al quale “artisti” veramente scarsi diventavano famosi perché i loro video musicali facevano ridere e, indirettamente, sottraevano visibilità a chi cercava di portare in alto il rap italiano.
“Niente di nuovo fino a qui, ne abbiamo visti a non finire. Quello che fa storcere il naso è che questi ragazzi abbiano dietro strutture come Tanta Roba ma soprattutto la Sony, che ha deciso di scommettere su un prodotto confezionato per un pubblico giovanissimo, giocandosi tantissimo la credibilità.”
Rapburger.com sulla Troupe D’Elite (2012)
Nonostante il massacro mediatico, Guè continua a puntare su di loro e ospita Er Nyah e Ghali Foh nel suo “Fastlife Mixtape vol. 3”, ma DJ Harsh decide di puntare su altri artisti, come Gemitaiz e MadMan, e scarica il gruppo milanese, che nel 2014 si scioglie.
LA FUGA E IL RITORNO
Dopo la brutta esperienza, Ernia decide di tagliare i ponti con il mondo del rap, eliminandosi dai social e trasferendosi per un periodo a Londra. Matteo accumula esperienze di vita e torna a Milano, trovando una scena rap completamente diversa da come l’aveva lasciata: tutti coloro con cui collaborava all’inizio stanno emergendo e viene convinto dagli amici (tra cui Rkomi e Tedua) a tornare a rappare. Il nuovo Ernia si propone come un artista di rottura all’interno di un panorama Trap molto improntato sulle melodie. Lui si sente un rapper e riesce ad emergere grazie ai suoi testi. Alcuni molto raffinati, come “Neve”, altri più grezzi e rudi, come la saga “Lewandowski”. Ernia ritrova perfino il Guercio, che collabora con lui nel doppio disco “Come uccidere un usignolo/67”.
LA CONSACRAZIONE
Con “68” prima e con “Gemelli” poi, Ernia riesce ad imporsi nella scena e la consacrazione arriva con la chiamata di Guè Pequeno per la realizzazione del Remix di “25 Ore” e, soprattutto, con la loro esibizione ad X-Factor. Nel talent, i due vengono presentati allo stesso modo e condividono il palco come un duo, senza che nessuno prevalga sull’altro. I milanesi vengono poi intervistati da Alessandro Cattelan e, durante l’intervento, il Guercio si vanta di aver scoperto il collega e di averlo spinto per primo quando nessuno credeva in lui. Ernia, visibilmente emozionato, si gode il suo momento, finalmente pronto a sedersi alla tavola dei grandi del rap italiano.