Il mondo hip hop è da sempre primo portavoce di uno dei codici fondamentali della strada: Non fare la spia, l’infame. Da decenni molti rapper portano avanti questa battaglia, se così si vuole definire, ma non tutti sono dello stesso pensiero.
Tra questi c’è Pharrell Williams, che si dice orgoglioso di non fare parte di questo meccanismo. Il cantante e produttore americano ha infatti ammesso apertamente al podcast Drink Champs, che se mai si fosse trovato in una situazione compromettente, non avrebbe esitato a fare nomi di eventuali colpevoli per salvaguardare la sua persona. Queste le sue parole durante l’intervista rilasciata qualche giorno fa:
“Non sono un tipo duro, non sono nato per la prigione.”
Continuando dice:
“Nessuno può arrabbiarsi con me per questo. Ho uno scopo nella vita, devo essere me stesso e fare il mio lavoro. Ognuno deve recitare la propria parte all’interno di questa vita”.
Il fenomeno dello snitching è ritornato a far parlare di sé dopo che 6ix9ine, diventato un informatore federale, ha testimoniato contro i membri della sua ormai ex gang per evitare una pena detentiva che avrebbe messo fino alla sua vita da uomo libero. Molti rapper hanno preso le distanze dai comportamenti di 6ix9ine, tranne Pharrell, che come detto in precedenza se si fosse trovato in una situazione analoga si sarebbe comportato come il rapper newyorkese.
Verso 1:04:03 potete ascoltare il punto di vista dell’artista riguardo questo argomento.