L’ingiusta uccisione dell’afroamericano George Floyd a Minneapolis sta sconvolgendo, non solo l’America, ma tutto il mondo. E i Ferragnez, anche stavolta, sono stati tirati in causa. L’accusa? Non essersi schierati rispetto alla triste vicenda. Ci ha pensato Fedez a rispondere alle critiche, ribadendo la sua posizione tramite una serie di Instagram Stories.
“Mi sembrava già chiaro dire che quello che è successo è un abominio” ha spiegato il rapper milanese. “L’abuso di potere a sfondo razziale è uno schifo”.
In un secondo momento, invece, Fedez si è voluto soffermare su un altro aspetto, tirando in causa gli altri rapper italiani. Il succo del suo discorso è chiaro: “Mi auguro che tutti gli artisti italiani che oggi stanno prendendo una giusta posizione rispetto a ciò che sta accadendo oltre oceano, domani però facciano la stessa cosa nel nostro paese”.
L’obiettivo non è dunque screditare i colleghi. Suona più come un invito a schierarsi da un lato preciso, così come lui ha dimostrato di fare in vari episodi. Un invito ad abbandonare quella paura ad esporsi politicamente. “Farlo rispetto ad un altro Paese è giusto” dice il rapper. Farlo in Italia, invece, con il rischio di perdere ascoltatori, è più complicato. È qui che Fedez lancia poi una provocazione: “Prendiamoci le denunce e le querele insieme. Vi aspetto tutti.”
Denunce a parte, d’altronde il rap è nato proprio per questo: dare voce alle subculture per contrastare la maggioranza ingiusta. Un modo per andare contro il sistema stesso. E il razzismo e l’abuso di potere sono problemi che riguardano purtroppo anche il nostro Paese. Ma nessuno ne parla. Oramai, il rap sta puntando ad una direzione diversa. Ora che è alla portata di tutti, i testi sono più superflui. L’intrattenimento è il primo obiettivo.
Allora la domanda è questa: ha ragione Fedez a sottolineare quest’aspetto della scena rap italiana? O i colleghi sono sempre riusciti a prendere una netta posizione politica?